FNAS Lab 2024
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La transizione culturale come transizione ecologica
Laura BarrecaDone
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Metodologia e visione nel lavoro site specific
Piergiorgio MilanoDone
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Imposing spaces / Exposing People
VZW Be FlatDone
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Castelbuono tra storia e leggende
Angelo CuccoDone
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Teatro di strada, arte e provocazione
Adrian SchvarzsteinDone
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Sicilian Human Regeneration
VariDone
Architetto e professore associato in progettazione architettonica e coordinatore del Dottorato in Architettura e Design all’Università di Genova e guest professor presso l’Università BUCT di Beijing. Ha pubblicato saggi ed articoli per Area, Materia, Parametro; ha collaborato con RCS alla rivista Casamica e al portale web AtCasa. Dal 2014 è redattore della rivista web Elledecor.it, edita da Hearst. Ha curato numerosi libri sul tema della residenza e del riuso del paesaggio urbano. Per SAGEP ha pubblicato il Piccolo Manuale d’Uso per l’architettura contemporanea (2015), Made in GOA, guida alla città ibrida (2016), La casa è un sogno (2017), La Città Condivisa (2019), Fast Forward (2020). La collana De_Signs di cui è fondatore e curatore insieme ad Alessandro Valenti è stata selezionata nell’ADI Design Index 2022. Suoi lavori sono stati pubblicati su riviste internazionali ed esposti in diversi eventi tra cui la Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Ha coordinato diversi progetti di ricerca a livello internazionale, occupandosi della riqualificazione di sistemi urbani fragili a Tripoli (Libia), Rio de Janeiro, Beirut, Matamoros (Confine Messico/USA), nonché della pianificazione a larga scala in Cina e Russia. Attualmente partecipa a un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale, finanziato dal MIUR sul tema del rapporto dialettico tra natura e spazio antropico nelle città occidentali, con un focus particolare sulla contrazione urbana di Genova.
La Selva dell’Arte di Strada
Il termine arte di strada è duplice: definisce da un lato la pratica di esibirsi liberamente in uno spazio pubblico utilizzato come “arena” improvvisata e dall’altro le azioni performative di occupazione e rilettura di luoghi urbani che ne modifichino, anche solo per la durata dell’esibizione, le modalità di uso e fruizione. La città come teatro per manifestazioni artistiche all’aperto diventa quindi simultaneamente un potenziale bacino spontaneo di pubblico ma anche terreno di conquista, ambiente da riattivare e mettere in luce agli occhi degli spettatori che diventano a loro volta i protagonisti dell’azione creativa.
L’arte di strada interagisce quindi con l’organismo urbano attraverso un duplice registro: parassitario nel momento in cui si serve dell’attenzione dei passanti che diventano pubblico improvvisato, richiamato da un’esibizione statica; invasivo quando abbatte la barriera invisibile tra palco e platea, mostrando nuovi modi per abitare lo spazio urbano, che probabilmente innestano forme di riappropriazione di determinati luoghi fragili, abbandonati o semplicemente anonimi, in una fascia di cittadini allargata.
Come accade sovente, le azioni di occupazione spontanea di uno spazio pubblico entrano in conflitto con le pratiche convenzionali che ne regolano l’uso: la tradizionale divisione dei flussi, veicolari e pedonali, la gerarchia tra le aree di sosta e quelle dedicate alla circolazione di mezzi e persone, il rispetto delle proprietà e degli accessi privati, come vetrine, portoni o cortili, vengono spesso messi in crisi dall’intervento artistico che, temporaneamente sovverte questi codici, riscrivendone la sintassi.